Pranzo alla Corte dei Savoia - Jo-in Tour Operator

Pranzo alla Corte dei Savoia

Nella scintillante Sala da Pranzo, nel cuore del Palazzo Reale di Torino, i Savoia hanno riunito intorno a sé nobili, funzionari e ambasciatori con l’immancabile intento di stupirli e conquistarli attraverso i sensi.

Ma come si stabiliva il menù di un grande pranzo?

Il protocollo di corte non lasciava spazio a errori e dettava le norme da seguire passo passo.

Innanzitutto era fondamentale l’intervento del Ciambellano di Corte, esperto conoscitore del cerimoniale, che doveva assicurarsi che nulla fosse in contrasto con gli usi della corte Sabauda e con quella di provenienza dell’ospite più importante. Il Ciambellano poi concordava con il Capo di Bocca, coordinatore delle cucine, il menù più adatto che doveva includere pietanze e salse che omaggiassero i partecipanti.

E i vini? Tanti, diversi, soprattutto nell’Ottocento, sia bianchi che rossi. Amavano a Palazzo Reale, in particolar modo, un vino bianco del Reno che durante la sua produzione non veniva filtrato e conservava quindi un aspetto torbido. Inoltre, lasciava un inelegante sedimento sul fondo del bicchiere. Per questo, sulla tavola era sempre previsto un bicchiere colorato che potesse mimetizzare le impurità.

A noi può sembrare strano, ma non era considerato elegante mostrare a tavola la bottiglia e la sua etichetta, quindi ogni vino veniva travasato in caraffe nella sommeglieria, ancora visitabile nelle cune ottocentesche del palazzo

Stesso trattamento veniva riservato allo Champagne. Si amava e si beveva come oggi, con tutto il suo carattere aristocratico ed elegante, ma, pare un’eresia, niente champagne con il botto: arrivava dalle cucine in caraffa e veniva servito nella tradizionale e impeccabile coppa champagne.

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